Piano straordinario per la rimozione delle situazioni a rischio idrogeologico più alto,
recante individuazione e perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico molto elevato.


Adozione delle misure di salvaguardia per le aree perimetrate.
Decreto-legge 13 maggio 1999, n. 132, convertito con modifiche
ed integrazioni dalla legge 13 luglio 1999, n. 226, articoli 1 e 2.

 

 

Nell'ottobre 1999 l'Autorità di bacino nazionale dell'Adige ha approvato un piano straordinario per la rimozione delle situazioni a rischio idrogeologico più alto. Il piano era stato richiesto con urgenza alle Autorità di bacino dal comma 1 bis dell'articolo 1 del decreto legge n. 180/1998, convertito con modificazioni dalla legge n. 267/1998, inserito dall'articolo 9, comma 2, della legge n. 226/1999. Si ricorda che tra le aree a rischio idrogeologico più alto oggetto della norma del 1999 e le aree a rischio idrogeologico molto elevato dell'intero sistema normativo 1998-2000 per la disciplina dei piani stralcio per l'assetto idrogeologico (o, indifferentemente secondo il legislatore, per la tutela dal rischio idrogeologico) non c'è differenza di sostanza. Le conoscenze rese disponibili dalle attività di analisi e rilevazione speditivamente svolte per predisporre il piano straordinario fecero concludere che, in quel momento:
  • in tutto il territorio del bacino (Province autonome e Regione del Veneto) non erano individuabili aree a rischio molto elevato da esondazione; 

  • nel territorio della sola Regione del Veneto non erano individuabili neppure aree a rischio molto elevato da dissesti di versante.

Il piano ha di conseguenza perimetrato e disciplinato in salvaguardia le aree a rischio molto elevato da frana e da colata detritica nei soli territori del bacino compresi nelle Province autonome di Bolzano e Trento conoscendo peraltro, immediatamente dopo la sua approvazione, una applicazione condizionata dall'entrata in vigore del decreto legislativo n. 463/1999. Come è noto, infatti, alcune disposizioni del decreto hanno sostituito - nei territori provinciali - gli strumenti di pianificazione di bacino previsti dalla legge quadro sulla difesa del suolo con il piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche delle due Province autonome ed ha mutato le forme di coordinamento prima esistenti tra gli interessi della Regione del Veneto e delle Province riferiti alla gestione del bacino idrografico del fiume Adige. In concreto, le indicazioni dei piani straordinari sono servite a costruire il contenuto dei programmi di interventi urgenti affidati al Comitato dei Ministri per i servizi tecnici nazionali ed approvati con i D.P.C.M. della fine del dicembre 1999. La legge n. 365/2000, che ha richiuso in qualche modo (pur senza rigettarla) la parentesi dei piani straordinari, ha poi anticipato alla data del 30 ottobre 2001 l'adozione dei progetti di piani stralcio per l'assetto idrogeologico (o piani per la tutela dal rischio idrogeologico) dei bacini idrografici in tutto il paese.